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Abbi pietà del mio piccolo dolore

Author/Uploaded by Vittoria MacKenzie

La Cultura 1700­ Victoria MacKenzie Abbi pietàdel mio piccolo dolore Traduzione di Viola Di Grado Copyright © Victoria MacKenzie 2023, Bloomsbury Publishing © il Saggiatore S.r.l., Milano 2023Titolo originale: For Thy Great Pain Have Mercy On My Little Pain Sommario Nota dell’autrice Prologo PARTE PRIMA Le visioni PARTE SECONDA L'incontro Primo giorno Secondo giorno PARTE TERZA I libri Epilogo Ri...

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La Cultura 1700­ Victoria MacKenzie Abbi pietàdel mio piccolo dolore Traduzione di Viola Di Grado Copyright © Victoria MacKenzie 2023, Bloomsbury Publishing © il Saggiatore S.r.l., Milano 2023Titolo originale: For Thy Great Pain Have Mercy On My Little Pain Sommario Nota dell’autrice Prologo PARTE PRIMA Le visioni PARTE SECONDA L'incontro Primo giorno Secondo giorno PARTE TERZA I libri Epilogo Ringraziamenti Abbi pietà del mio piccolo dolore a Garry e Struan, mie amate àncore Nota dell’autrice Questa è un’opera di fantasia, ma strettamente basata sulla vita di due donne vissute tra la fine del xiv e l’inizio del xv secolo. Abbi pietà del mio piccolo dolore si basa sulla traduzione di B.A. Windeatt di Il libro di Margery Kempe e sulla traduzione di Elizabeth Spearing di Rivelazioni dell’amore divino di Julian di Norwich. Ma, essendo donna, dovrei evitare di dirvi della bontà di Dio? Julian di Norwich, Rivelazioni dell’amore divino Gesù, a cosa devo pensare? Margery Kempe, Il libro di Margery Kempe Prologo Temo i miei vicini abbiano ragione, è il diavolo che ho dentro a farmi credere di vedere Cristo. Padre Aleyn, il mio amico monaco carmelitano, mi ha detto: «Margery, devi andare a Norwich a far visita all’anacoreta e chiederle consiglio». Ma ora che sono qui vorrei essere rimasta a Lynn. Le strade sono affollate e sia uomini che donne usano un linguaggio scurrile. Ho visto un uomo mettersi in bocca un topo vivo come fosse un’ostia, incoraggiato da un gruppo di marinai. Ho borbottato mentre passavo loro accanto e uno degli uomini si è rivolto a me come fossi una meretrice. La mia domestica ci ha trovato una locanda, ma non è un luogo confortevole. Me ne sto seduta sul letto lurido e penso di non essermi mai sentita così miserabile. Per la prima volta in tanti anni vorrei essere a casa con i miei bambini. Ma questa è la mia ultima speranza. Il diavolo non avrà la mia anima. L’anacoreta di certo mi aiuterà. PARTE PRIMA Le visioni JULIAN Quand’ero una bambina di sette estati giunse in città una grande pestilenza. I carri della morte sfilavano per strada, il fragore di ruote e zoccoli si mischiava a quello dei pianti. Ma non c’era tempo per le cerimonie. SBAM. I corpi venivano avvolti in qualunque cosa si trovasse a portata di mano – lenzuola, tovaglie, tappeti – e caricati sul carro. Io guardavo da una finestra al piano di sopra, cosa che sia mia madre che la mia balia Joan mi avevano proibito. SBAM. Il carro si dirigeva verso la casa successiva. SBAM. A volte, quando un corpo colpiva le assi di legno, il tessuto si allentava, sfaldandosi e rivelando un mento o un orecchio. Eravamo ricchi, questo mi era sempre stato chiaro. Mangiavamo bene e la nostra casa aveva molte stanze. I miei vestiti erano di lino delle Fiandre e mia madre aveva un giardino solo per i fiori. Solo per la bellezza. Immaginate. Ma siamo morti lo stesso. La pestilenza viaggiava nell’aria, come la nebbia del fiume che serpeggiava sotto la nostra porta in autunno. Mio padre morì, la mia balia Joan morì, mio fratello maggiore William morì. Poi morì mia sorella minore Elizabeth, che avevo sempre chiamato Bethy. SBAM. Il suo dolce corpo paffuto fu gettato via. La città puzzava di carne marcescente. Non mi era permesso giocare fuori. Quell’anno non c’erano mercanti, non c’erano barche e non c’erano mercati; non furono piantati raccolti e nessun animale fu condotto al macello attraverso le porte della città. Persino le campane tacevano. In seguito mia madre e io vivemmo insieme più tetramente. Lei si ritirò nell’afflizione, sollevando raramente gli occhi su di me. Imparai a farmi compagnia da sola, vagando per le stanze vuote della casa ormai troppo grande, in punta di piedi per non disturbarla. I fiori del suo giardino sbocciavano ancora, ma lei non li curava più. MARGERY Cristo mi fece visita per la prima volta qualche mese dopo la nascita del mio primogenito, quando il travaglio durò ben più ore che un singolo giorno potesse contenere. Soffrii molto in gravidanza, vomitavo ed ero sempre dolorante, e temevo fosse una punizione per i miei peccati. Desideravo inoltre mangiare cose strane: grumi di fango e suole di cuoio di stivali. Mio marito non era contento e mi disse di smettere di nutrirmi di quella roba. Disse che se non avessi smesso mi avrebbe imprigionata in camera e incatenata. A quel punto persi la ragione. Rantolavo e gridavo e mi strappavo i vestiti e i capelli. E in effetti mio marito mi legò come aveva minacciato, e tenne le chiavi. Poi le pene del travaglio ebbero inizio e anch’esse furono delle catene, che mi immobilizzavano e mi facevano ruggire. La mia vicina, Agnes, mi stava accanto, per aiutarmi nel parto, ma sbuffava alle mie grida e passava più tempo a spettegolare fuori dalla stanza che a strofinarmi l’addome con l’olio di rosa. Quando uscì il pargolo pensai si trattasse del diavolo venuto a spezzarmi in due e gettare le mie interiora ai cani. Pregai santa Margherita di liberarmi dal terrore e farmi morire in fretta, ma lei non ascoltò le mie suppliche: quando Agnes tirò fuori il diavolo dalle mie cosce umide, lui attirò altri demoni che da allora mi palparono e mi tirarono a sé sul letto giorno e notte. Chiamai il pargolo John, come il padre, Agnes tagliò il cordone e lo fasciò. Il battesimo avvenne in chiesa due giorni dopo, ma io non riuscivo a lasciare il letto. I demoni mi dissero di rinnegare la mia fede e mio marito e i miei amici, e io obbedii, calunniandoli e non riconoscendo in loro alcuna bontà. Mi dissero anche di ferirmi e allora mi graffiai le braccia fino a farle sanguinare e mi morsi la mano molto forte. Agnes mise del miele sulla ferita e la fasciò, ma il segno non andò mai via. Credevo di morire e dunque chiesi di vedere il confessore in modo da potergli raccontare di un mio peccato che da

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