Author/Uploaded by Antonio Manzini
ANTONIO MANZINIELPSerie di Rocco Schiavone XII Il libro: Non si fa che parlare dell'ELP, l'Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d'allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro...
ANTONIO MANZINIELPSerie di Rocco Schiavone XII Il libro: Non si fa che parlare dell'ELP, l'Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d'allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. La vera violenza sta però da un'altra parte e quando Rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene, «come una belva sfoga la sua rabbia incontenibile»: «un buon suggerimento» per comportamenti futuri. Solo che lo stesso uomo l'indomani viene trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Uno strano assassinio, su cui Schiavone deve aprire un'inchiesta da subito contorta da fatti personali (comici e tragici). Per quanto fortuna voglia che facciano squadra clandestinamente anche i vecchi amici senza tetto né legge di Trastevere, Brizio e Furio, che corrispondono al suo naturale sentimento contro il potere. Nel caso è implicata una società che sembra una pura copertura. Ma dietro questa copertura, qualcosa stride e fa attrito fino a bloccare completamente Rocco sull'orlo della soluzione del caso. Intanto crescono in aggressività gli atti dell'ELP fino a un attentato che provoca la morte di un imprenditore di una fabbrica di pellami. Indagando, Rocco si rende conto che forse, dal punto di vista della sensibilità ambientale, sullo stabilimento non c'è molto da ridire. Ma perché i «simpatici» ambientalisti sono giunti a tanto? ELP, la nuova e molto ricca trama di Antonio Manzini, è particolarmente narrativa e mette sotto un unico segno due casi e due inchieste. Le riunisce lo sfondo di calda attualità sociale. Anche il brusco vicequestore è più ombroso e stanco, sente più acutamente quanto importante sia l'amicizia, e deve investire nell'indagine tutta la sua irruente e sincera passionalità, e tutta la tenerezza della sua invincibile malinconia. L'autore: Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore. Tra i suoi primi libri Sangue marcio e La giostra dei criceti (del 2007, ripubblicato da Sellerio nel 2017). La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), L'anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ah l'amore l'amore (2020), Vecchie conoscenze (2021) e Le ossa parlano (2022). Altri libri pubblicati da questa casa editrice Sull'orlo del precipizio (2015), Ogni riferimento è puramente casuale (2019) e i romanzi Gli ultimi giorni di quiete (2020) e La mala erba (2022). ELP AI LETTORI Sono passati dieci anni dall'uscita di Pista nera, il primo libro con protagonista Rocco Schiavone. Dieci anni intensi che richiedono, da parte mia, un doveroso tentativo di ringraziamento. Lunedì I giorni scivolavano come macchie d'olio sull'acqua, grigi e uguali, la primavera non si affacciava e l'inverno aveva lasciato il posto ad un velo di pioggia. A passo veloce, col bavero del loden rialzato seguito da Lupa che gli trotterellava a fianco, Rocco Schiavone attraversava la piazza diretto al bar centrale. Qualcuno, lontano, scandiva slogan in un megafono. I muri dei palazzi e il selciato bagnato rimandavano l'eco dei tamburi. Il vicequestore afferrava poche parole: «Tempo...», «Pianeta...», «Futuro...». Entrò nel bar, Ettore stava mettendo in ordine i tavolini. «Una bella giornata, giusto, dottor Schiavone?». «Se uno è un fungo... Me lo fai un caffè?». «Comandi». Ettore girò intorno al bancone per piazzarsi di fronte alla Faema. «Ma questo casino che si sente?». «Curioso che lei della questura lo chieda a me che gestisco un bar». «Che vuoi dire?». «Sono in piazza, davanti alla Regione». «Chi?». «I dimostranti. Non lo sapeva?». «Non leggo circolari». «E fa male. Sono mica pochi, sa?». «Che chiedono?». «Sono tutti ambientalisti. Le solite cose. Pianeta pulito, rispetto per la terra, basta chimica sulle colture... Oggi manifestano in tutta Italia, è la giornata del pianeta pulito», e posò la tazzina davanti a Rocco. «Dottor Schiavone, io sono d'accordo con loro. Lo sa però cosa mi rattrista?». «Guardarti ogni mattina allo specchio?». «Anche. È che se lei va a dare un'occhiata, sono tutti giovani». Rocco schioccò le labbra. «Buono il caffè, grazie». Poggiò una moneta da 2 euro. «Sono i giovani che dimostrano» continuò Ettore, «i vecchi hanno la coda di paglia, si vergognano di scendere in piazza, eppure il pianeta è di tutti!». «Caro Ettore, i vecchi hanno fatto i danni. Dovremmo andare lì a batterci il petto chiedendo scusa. Aggiungi poi che i vecchi sanno sempre tutto e hanno l'entusiasmo di una lapide». Ettore scosse la testa. «Non lo so, però qui bisogna agire in qualche modo». «E sentiamo, hai un'idea?». «Be', la differenziata». «Va bene, Ettore, poi?». «Smettiamo di usare le automobili, diminuiamo i voli aerei...». «Ettore, c'è un solo modo per recuperare il pianeta. Far sparire l'uomo». «Una soluzione meno drastica?». «No. Ecco, m'hai fatto anda' il caffè in acido, Ettore». «Anche lei mi ha illuminato la giornata con la sua allegria contagiosa». «Fottiti». «E buona giornata anche a lei». «Andiamo Lupa!». La cucciola sguisciò da sotto il tavolino. «Ah, a proposito. Come sta la figlia di Lupa?». Ettore aveva preso uno dei tre cuccioli di Lupa, Porzia. «Sta benissimo. È bellissima, obbedisce e mangia per tre. Mia moglie non riesce a staccarsi. Ovvio, dorme sul letto». «È cattiva?». «Una peste». «Baciamela per tre ore consecutive appena torni a casa». «Lo consideri cosa fatta». Rocco gli sorrise e uscì. «Sentito, Lupa? Tua figlia sta benone ed è una peste». Come se avesse capito, quella abbaiò. Ma ce l'aveva con un molosso al guinzaglio dall'altra parte della strada. «Lascialo perde Lupa, lo vedi tranquillo e pacioso, ma quello mena!». Lupa uggiolò. «No, direi che manco ce poi fa' i cuccioli. L'hai appena sfornati, di che parli?». Scosse il capo.