Author/Uploaded by Prince Harry
Indice Copertina L’immagine Il libro L’autore Frontespizio Spare. Il minore Parte prima. Dal profondo della notte che mi avvolge Parte seconda. Sanguinante ma indomito Parte terza. Capitano della mia anima Epilogo Ringraziamenti Copyright Copertina Frontespizio Spare. Il minore Inizio del libro Copyright Il libro È stata una delle immagini più strazianti del Ventesimo secolo: due ragazzini, due p...
Indice Copertina L’immagine Il libro L’autore Frontespizio Spare. Il minore Parte prima. Dal profondo della notte che mi avvolge Parte seconda. Sanguinante ma indomito Parte terza. Capitano della mia anima Epilogo Ringraziamenti Copyright Copertina Frontespizio Spare. Il minore Inizio del libro Copyright Il libro È stata una delle immagini più strazianti del Ventesimo secolo: due ragazzini, due principi, che seguono il feretro della madre sotto gli occhi addolorati e sgomenti del mondo intero. Mentre si celebrava il funerale di Diana, principessa del Galles, miliardi di persone si chiedevano quali pensieri affollassero la mente di William e Harry, quali emozioni passassero per i loro cuori, e come si sarebbero dipanate le loro vite da quel momento in poi. Finalmente Harry racconta quella storia, la sua. Prima di perdere la madre, il principe Harry, all’epoca dodicenne, era considerato l’allegra e spensierata “riserva” (in inglese spare) del più serio erede al trono. Quel lutto, però, ha cambiato ogni cosa. Harry si è trovato ad affrontare problemi scolastici e a combattere contro la rabbia e la solitudine. E avendo incolpato la stampa per la morte della madre, faticava ad accettare una vita sotto i riflettori. A ventun anni è entrato nell’esercito. La disciplina gli ha dato stabilità, e le missioni svolte hanno fatto di lui un eroe in patria. Ma ben presto si è ritrovato più smarrito che mai, affetto da un disturbo da stress post-traumatico e da paralizzanti attacchi di panico. E, soprattutto, non riusciva a trovare il vero amore. Poi ha conosciuto Meghan. Il mondo è rimasto conquistato da quella storia da film e ha gioito per il loro matrimonio da favola. Eppure, fin dal principio, Harry e Meghan sono stati presi di mira dalla stampa e hanno dovuto subire ondate di insulti, razzismo e menzogne. Vedendo la moglie soffrire e temendo per la loro sicurezza e salute mentale, Harry si è trovato costretto a lasciare il paese per impedire che la storia, tragicamente, si ripetesse. Nei secoli, in pochi avevano osato abbandonare la famiglia reale. L’ultima era stata proprio sua madre. Per la prima volta, il principe Harry racconta la sua storia, e lo fa con implacabile onestà. Spare. Il minore è un libro eccezionale, denso di particolari, rivelazioni e riflessioni intime, e illuminato dalla consapevolezza – conquistata a caro prezzo – che l’amore vince sempre sul dolore. L’autore Il principe Harry, duca di Sussex, è marito, padre, attivista per i diritti umani, veterano militare, portavoce delle campagne a favore della salute mentale e ambientalista. Vive a Santa Barbara, California, con la sua famiglia e tre cani. Harry Prince Spare Il minore Traduzione di Sara Crimi, Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso Spare. Il minore Per Meg e Archie e Lili… e, ovviamente, per mia madre Il passato non muore mai. Non è nemmeno passato. WILLIAM FAULKNER Spare, letteralmente “ruota di scorta”, “riserva”, richiama il modo di dire inglese riferito alle dinastie regnanti, “An Heir and a Spare” (un erede e una riserva), e in questo caso indica quindi il fratello minore dell’erede designato al trono. Ci accordammo per incontrarci qualche ora dopo il funerale a Frogmore Gardens, presso l’antica rovina gotica. Arrivai per primo. Mi guardai intorno, non vidi nessuno. Controllai il telefono: niente SMS, niente messaggi vocali. “Probabilmente sono in ritardo” pensai appoggiandomi al muretto. Infilai il telefono in tasca e mi imposi di restare calmo. Il tempo era quello classico di aprile: non più inverno, non ancora primavera. Gli alberi erano spogli, ma l’aria dolce; il cielo grigio, ma i tulipani fiorivano; la luce era pallida, ma il lago color indaco, che si insinuava nei giardini, scintillava. “È tutto così bello” pensai. “Ma anche molto triste.” Un tempo, questa avrebbe dovuto essere la mia casa per sempre, e invece si era rivelata solo un’altra breve tappa. Quando mia moglie e io siamo fuggiti da questo luogo, temendo per la nostra salute mentale e la nostra sicurezza, non sapevo nemmeno se sarei mai tornato. Era il gennaio del 2020. Adesso, quindici mesi più tardi, eccomi di nuovo qui, poche ore dopo essermi svegliato con trentadue chiamate senza risposta e poi una breve, angosciante telefonata con la nonna: «Harry… Il nonno se n’è andato». Il vento rinforzò, facendosi più freddo. Incurvai le spalle, mi sfregai le braccia e rimpiansi di aver indossato una camicia bianca leggera. Desiderai non essermi cambiato dopo il funerale. Voltai le spalle al vento e vidi incombere su di me la rovina gotica, che in realtà è antica quanto la Millennium Wheel. “Un abile architetto, un po’ di messinscena, come molte delle cose che mi circondano” pensai. Mi spostai dal muro verso una panchina di legno e, sedendomi, ricontrollai il telefono, poi sbirciai lungo il sentiero del giardino. “Dove sono?” Un’altra folata di vento. Buffo, perché mi ricordò il nonno. Forse la sua freddezza o il suo gelido senso dell’umorismo. Mi tornò alla mente un fine settimana di caccia di tanti anni prima: per fare conversazione, uno dei presenti chiese al nonno cosa ne pensasse della barba che mi ero appena fatto crescere, e che aveva suscitato preoccupazioni in famiglia e polemiche sui media. «La regina dovrebbe obbligare il principe Harry a radersi?» Il nonno guardò il cacciatore, poi il mio mento e fece un sorriso malizioso: «Ma quella non è una barba!». Tutti scoppiarono a ridere. Radersi o non radersi, questo è il dilemma, ma solo il nonno avrebbe potuto chiedere “più” barba. «Lasciati crescere le fluenti setole di un maledetto vichingo!» Pensai alle opinioni forti del nonno e alle sue molte passioni: le gare equestri di attacchi, il barbecue, la caccia, il cibo, la birra. In comune con mia madre aveva il modo di abbracciare la vita, e forse per questo la ammirava molto. Ben prima che diventasse la principessa Diana, quando era semplicemente Diana Spencer, un’insegnante di scuola materna e fidanzata segreta del principe Carlo, mio nonno era stato il suo più acceso sostenitore. Alcuni dicono che in realtà sia stato lui a fare da intermediario per il matrimonio dei miei genitori.